Festa Madonna dell'Udienza
STORIA DELLA TRADIZIONE
La festa della Madonna dell'Udienza si celebra ogni anno la terza domenica di maggio. È la storia di una Devozione che è codice identitario di Sambuca, grazie alle sue radici profonde ben 448 anni.
Era il 1575. Nella Sicilia occidentale imperversava la peste. L’attuale “Via Infermeria” era un lazzaretto colmo di lebbrosi che, con le loro preghiere, invocavano la Divina Provvidenza.
Nello stesso anno, nei pressi della torre Cellaro, un contadino sambucese rinvenne una scultura marmorea risalente ai primi del XVI secolo, raffigurante la Madonna col Bambino Gesù.
La statua fu commissionata allo scultore rinascimentale Antonello Gagini dalla famiglia mazarese Sciarrino, che la portò a Sambuca di Sicilia nei terreni sui quali sorgeva la Torre di Cellaro. Una volta abbandonata la Torre, a seguito di una forte carestia, la statua vi rimase per anni all'interno, nascosta nell'intercapedine di un forno, fino al suo ritrovamento.
Correva l’anno 1576. Alcuni contadini sambucesi decisero di rubare la statua marmorea e farla passare attraverso il quartiere dell'Infermeria, trainata da un carro di buoi. Accadde il miracolo: la Madonna ascoltò le suppliche gli appestati e li guarì. Da quel momento, la statua prese il nome di “Madonna dell'Udienza” per aver ascoltato le preghiere dei sambucesi e venne festeggiata ogni anno, rendendola una delle tradizioni più radicate di Sambuca.
LA GRANDE FESTA
Nel Borgo arabo il mese di maggio profuma di rose e si illumina a festa. La “strata granni” (alias Corso Umberto I), con la sua illuminazione alla veneziana, è un trionfo di colori e tutti i cittadini aspettano frementi il grande giorno.
Il popolo sambucese dedica ben otto giornate al culto di Maria SS. Dell’Udienza, “regina e patruna” di Sambuca e dei sambucesi, durante i quali si susseguono numerosi tipi di festeggiamenti, quali: Palio dei Quartieri, sfilate, concerti di bande musicali, la sagra delle “Minne di Virgini”, dolce tipico di Sambuca e, fino all'anno 2005, anche le corse dei cavalli.
L’aria di festa si infittisce giorno dopo giorno.
È venerdì. Al mattino la Banda musicale “Gian Matteo Rinaldo” percorre le strade del Borgo intonando marce incise da secoli nel cuore dei sambucesi. Al loro passaggio si spalancano le finestre e la gente si affaccia, ascolta, sente, si emoziona. In quei giorni, tutto sembra assumere una sensibilità diversa.
La sera, invece, è tempo di radunarsi nella Sua dimora: la Chiesa del Carmine. Lì, intronizzata nell'abside della navata centrale del Santuario, risplende, accogliendo le preghiere dei fedeli che intonano con voce tremante i versi del rosario cantato, scritto e musicato appositamente per Lei. A ciò fa seguito una processione cittadina che percorre le stesse vie del borgo attraversate dal fercolo, tracciate da ben 12 corone sospese che, richiamando le 12 stelle del firmamento, segnano le soste del fercolo in processione.
La domenica è il grande giorno. Il primo pomeriggio è dedicato alla “scinnuta” della Madonna dall’abside verso il fercolo, acclamata dalla folla di fedeli e dai loro forti applausi, sulle note di antichi e melodiosi canti popolari magistralmente suonate della Banda musicale “Gian Matteo Rinaldo”. La sera, invece, ha luogo “nisciuta” del fercolo, uno dei momenti di maggiore commozione popolare. A seguire, la secolare e commovente processione del simulacro della Madonna dell'Udienza, che passa per le principali vie del centro storico portato a spalla dai componenti della Confraternita.
Durante la notte, il borgo è vivo. Si sente l’odore del caffè che sprigiona dalle case. I balconi sono gremiti di gente che getta petali di rosa al passaggio della Madonna.
Ogni corona prevede una sosta di diversa durata, durante la quale i confratelli si ristorano. Ogni quartiere offre pizze, caffè e dolcetti di ogni tipo. Le porte delle case sono spalancate, pronte ad accogliere chiunque desideri sostare. Dai cortiletti sprigionano voci di ragazzi che vi si radunano con chitarre e altri strumenti improvvisati, pronti ad intonare motivetti.
La processione si protrae fino all'alba del lunedì e culmina trionfalmente con fuochi d'artificio.
La festa della Madonna dell’Udienza racconta le tradizioni del borgo. È sacro e profano insieme. È costume e tradizione. È un’esperienza da vivere e raccontare. Un percorso nella storia: la storiadella comunità!