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La figura fantastica ideata da Morici ed il suo significato

Nella letteratura l’“Hidalgo” (termine che in Castiglia definiva il nobile, il gentiluomo) è il nobile decaduto, che ha perso quasi del tutto le ricchezze di famiglia, ma conserva onori e privilegi del suo rango. Prototipo di hidalgo nella letteratura romanzesca è Don Chisciotte, il protagonista del romanzo di Cervantes, satiricamente rappresentato come colui che aspira a vivere da cavaliere errante nonostante la sua precaria condizione economica. A lui si ispira Morici nel creare la figura pittorica di Hidalgo: un personaggio sognatore e squattrinato, in cui l’artista si rispecchiava e che lo ha ispirato lungo tutta la sua vita artistica; un tipo di eroe, ossuto e nobile, ritratto in svariate mansioni, in tutto simile a Don Chischiotte, personificazione estrema dell’humanitas classica nel suo divenire contemporaneo, irrequieto ed eroico insieme; simbolo efficace d’una condizione di spiazzamento e solitudine, malinconia ed acre sarcasmo. Gli Hidalghi di Morici sono esseri meccanicamente perfetti, degli autoritratti, con rotelle e tubolature dalle linee barocche. La banca ne conserva splendidi esemplari di oli su tela e di acqueforti.

Hidalgo flautista

Ci troviamo dinanzi allo storico Palazzo Campisi, ad ammirare, intento a suonare il flauto, l’”Hidalgo flautista”: la scultura in ferro, opera dell’artista sambucese Alessandro Becchina - figlio del pittore Gianbecchina, Maestro del Novecento siciliano - rappresenta il personaggio fantastico, nato dall’immaginazione poetica dell’artista palermitano Gino Morici, cui l’opera è dedicata. L’opera di Alessandro Becchina, realizzata nelle officine Comart di Sambuca di Sicilia, è stata commissionata da Banca Sicana - oggi Sicilbanca, vero mecenate del borgo - per celebrare, a 50 anni dalla sua scomparsa, Gino Morici, eclettico artista palermitano, affreschista, scenografo, decoratore, incisore e illustratore di libri, disegnatore e creatore di automi e giocattoli.

Le straordinarie vicende storiche e artistiche di un piccolo gioiello d’artigianato ‘800esco

Nella sua copiosa ed eterogenea attività artistica, Alessandro Becchina si è fatto anche interprete della trasposizione del personaggio fantastico di moriciana memoria, realizzando sculture in ferro che lo raffigurano, come l’“Hidalgo con candela ed asta”, oggi nella sede di Caltanissetta, l’imponente “Hidalgo, suonatore di tromba” - inizialmente a Sambuca, poi trasferito nella sede Sicilbanca di Catania, e l’Hidalgo flautista davanti al quale ci troviamo.

L’arte: una vocazione di famiglia unita ad una passione identitaria

Il percorso artistico di Alessandro Becchina è segnato dalla presenza del padre, Maestro del Novecento siciliano, e dalla frequentazione di numerosi personaggi ed artisti vicini al padre (Franco Grasso, Emilio Greco, Giuseppe Migneco, Leonardo Sciascia, Raffaellino De Grada e molti altri). Dopo il Diploma di Laurea in Pittura all’Accademia di Belle Arti e la Laurea in Architettura, riceve prestigiosi incarichi da Enti Pubblici e privati per la progettazione e direzione dei lavori di musei, strutture sportive, edifici scolastici, restauri di manufatti storici, studi urbanistici in varie città. Si occupa della realizzazione di eventi artistici, grandi mostre, e allestimenti come quello del Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina. Il suo amorevole impegno per la cura e la divulgazione dell’arte del padre lo hanno portato alla costituzione dell’Archivio Gianbecchina in collaborazione con le Istituzioni di Gangi e Sambuca di Sicilia. Le sue opere si trovano in Collezioni private, Gallerie e Musei.

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