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Una babbalùcia per imparare la lentezza

La grande “babbalùcia” scolpita, un’enorme chiocciola in ferro sopraelevata da un basamento che funge anche da panchina, è stata realizzata nel settembre 2014 dal giovane artista e scultore palermitano Gabriele Venanzio, noto nell’Agrigentino per le sue opere, tra cui quella in onore del regista Pietro Germi. La scultura, ha lo scopo di far riscoprire il valore della lentezza - lo scorrere del tempo nella prospettiva di una lumaca, che vive la sua vita lentamente, assaporandola in tutto il suo splendore - ma anche della sosta. Per questo, nella volontà di tornare a far rivivere la piazza come si faceva un tempo, sono stati posti accanti accanto la lumaca, simbolo della lentezza, e il simbolo della sosta: una panchina per riflettere, discutere, portando avanti, tutti insieme, un progetto comune.

La Lumaca di Gabriele Venanzio

Forse non tutti sanno che… gli abitanti di Sambuca da sempre vengono chiamati “sammucàri babbaluciàri” (sambucesi lumaconi) dal termine "babbalùcia” (lumaca); a loro questo nomignolo appellativo che ricorda la gran quantità di lumache (babbalùci) che un tempo popolavano le campagne, piace così tanto che hanno disseminato per il borgo varie installazioni che raffigurano quello che ormai è il loro simbolo: la lumaca. Una in ferro è abbarbicata al cantonale di Palazzo Panitteri, una all’interno della sua corte, una eretta su un piedistallo lungo Corso Umberto I, una in legno nel giardino sensoriale del parcogiochi inclusivo della Villa Comunale ed una al centro di Piazza Vittoria, lungo il Corso Umberto I. Quest’ultima è stata ribattezzata Vittoria come la piazza in cui è stata inizialmente collocata.

Uno scultore enfant prodige siciliano

Gabriele Venanzio nasce a Palermo nel 1988. Sin da bambino mostra una particolare propensione verso il disegno e, grazie allo zio scultore, scopre un forte interesse per la materia plastica. Nel 2007 consegue la maturità artistica e nel 2012, sotto la guida del Maestro Salvatore Rizzuti, si laurea in Scultura presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo. Durante gli anni trascorsi in Accademia partecipa a numerose mostre e concorsi, realizzando monumenti pubblici in tutta la Sicilia. Tra i più rappresentativi, il monumento ai “Martiri per la civiltà” presso Palazzo Adriano in provincia di Palermo (2010); “Lo zoppo di Gangi” nella Piazza Principale del Comune omonimo (2013); il Beato Pino Puglisi per la Chiesa Madre di Castelvetrano; l’eroe Italo-americano “Joe Petrosino” in Provincia di Salerno (2014); San Giovanni Paolo II per l’Ospedale di Sciacca; Tomasi di Lampedusa, Giovanni Paolo II e Santa Rosalia per Santa Margherita di Belice; un angelo a ricordo del terremoto del ‘68 per il Comune di Montevago; il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa presso il Comune di Alessandria della Rocca; un volto di Cristo presso la Santa Sede e, ancora, monumenti a Palermo e San Martino delle Scale.

Le opere sambucesi e la sua ricerca artistica

A Sambuca Venanzio ha creato la copia in resina del San Giuseppe custodito nella chiesa omonima; ha lavorato al trattamento delle parti in ferro di un antichissimo portale distrutto dal terremoto del ’68, “ritrovato” e restituito alla città; ha lavorato al portale in bronzo della Chiesa del Carmine. La sua ricerca artistica nasce dall’interesse della figurazione come imitazione del reale. Utilizza diversi materiali come la resina, la terracotta e il marmo, ma il suo interesse maggiore è rivolto alla scultura monumentale. Le sue creazioni si dividono in due grandi categorie: quelle monumentali su commissione, e quelle di natura personale, di ricerca.

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