Un’artista parigina a Sambuca
All’interno dell’ex Chiesa di San Sebastiano, al livello inferiore, si sviluppa uno spazio interamente dedicato ad un allestimento museale molto speciale: si tratta di una selezione di sculture tessili, opera di Sylvie Clavel, artista francese, che per molti anni ha vissuto a Sambuca e ancora oggi si divide tra la sua nuova casa ad Agrigento da cui guarda, tutti i giorni, la magnifica Valle dei Templi, e Parigi. A Sambuca di Sicilia, borgo con una solida tradizione legata al ricamo e alla tessitura, il Museo delle sculture tessili di Sylvie Clavel rappresenta una cerniera tra passato e presente e tra culture diverse, legate metaforicamente, ma anche fisicamente da un particolare intreccio di nodi e fibre vegetali creato dall’artista parigina.
Sylvie Clavel, l’artista dei nodi. Dalla danza alla tessitura: una vita intrisa di arte
Sylvie Clavel, nata a Parigi nel 1953, vive da sempre immersa nell’arte. Inizia con la danza, che coltiva dall’età di 8 anni fino ai 26, ballando con grandi compagnie dirette da Carolyn Carlson e Françoise Verdier. Quando un incidente la costringe a cambiare strada, insegna yoga, viaggiando tra Parigi e l’America. Ed è lì che, nel 1973, un’amica americana le regala un libro - “Macramè” di Dona Z. Meilach - dove scopre “l’arte del nodo”: fra quelle pagine trova il nodo piatto, la mezza chiave, il nodo della scimmia; scopre che le corde, i fili, legati insieme, uniti nella giusta tensione riescono a raggiungere una forma, una figura desiderata, e che per lei annodare è un gesto semplice e universale. A Parigi, sotto la guida dell’artista cilena Chacon Avilàra, intraprende l’arte tessile e vi trasferisce la dimensione psicofisica dell’essere appresa attraverso la pratica della danza, conseguendo risultati unici nel panorama artistico europeo.
Un’artista parigina a Sambuca
Nella capitale francese espone le sue prime opere - che mostrano già la sua particolarissima tecnica - ma si innamora e si trasferisce in Sicilia, vivendo per un lungo periodo a Sambuca e lavorando tra il borgo belicino e Parigi. Di questa straordinaria artista è stato detto che “è una donna in contatto con un universo ineffabile, capace di fare opere d’arte, sempre con il capo di un filo in mano”, ma anche una donna che “cucina, ama la Sicilia e conosce i cibi e le stagionalità meglio di chi è del luogo”. Attraverso la creazione di un museo delle sue sculture tessili, il borgo di Sambuca ha voluto omaggiare l’artista con uno spazio espositivo dove contemplare la sua grande arte. Il Museo, realizzato prima all’ex Monastero di S.Caterina, oggi nello spazio presso l’ex Chiesa di San Sebastiano, sarà prossimamente riallestito presso l’ex Chiesa di San Calogero, in restauro.
Le opere di Clavel: tra arte dei nodi, contaminazioni con l’Africa, natura, caos e saperi ancestrali
Le opere nel Museo dell’arte tessile di Sylvie Clavel sono una selezione delle sue magnifiche sculture in tessuto, imperniate sul nodo e l’intreccio di fibre vegetali, frutto di un lavoro lento e certosino. Le sue figure sono antropomorfe o animali, solenni, spesso monumentali, dai tenui colori delle fibre naturali: sono enormi Fenici, madri ed esseri fuori dal tempo che Sylvie tira fuori dalla sua testa e crea, filo dopo filo. Caratteristica di queste opere è il volto, realizzato con maschere di legno tribali provenienti realizzate a mano dagli artigiani in Africa, continente nel quale vive il fratello: il loro importante valore artistico si somma a quello delle sculture di Sylvie Clavel; il risultato diventa piena espressione di saperi ancestrali. Dietro i suoi lavori - dice la stessa Sylvie - c’è “il disordine, la confusione, il caos, il “non sapere quello che succederà rispettando il processo di creazione e il risultato (l’uno ha bisogno dell’altro) e questa fase è ricca di vita imprevedibile: senza strategie e calcoli”.