L’ispirazione rinascimentale fiorentina
Il progetto è affidato all'arch. Sebastiano Bilà di Menfi che farà riferimento ai palazzi rinascimentali fiorentini: il paramento murario è organizzato su tre ordini con un bugnato liscio che diventa rustico man mano che dal primo ordine si passa all'ultimo. Il monumentale palazzo, uno dei meglio conservati di tutta Sambuca, prospetta su tre vie e si caratterizza per il caldo calore della pietra, per l'armonia delle linee, per l'equilibrio delle parti che lo compongono. Al rosso della pietra arenaria - ricavata insieme a quella bianca dalle cave locali - si contrappongono i cinque balconi posti su mensole scolpite con figure antropomorfe. L'impianto a pianta quadrata gravita attorno alla corte centrale sulla quale si affacciano parte degli ambienti della residenza. Al portico con tre colonne ioniche per lato si arriva tramite un fornice di ingresso in asse col prospetto e con nicchie laterali destinate ad accogliere delle statue. Il progetto iniziale, ricco di decori a stucco, non è stato mai completato.
Un bisogno di grandeur
A metà Ottocento, l’affermarsi di una nuova borghesia impose a tante famiglie di allinearsi alla moda del tempo, costruendosi una residenza adatta al nuovo status economico e sociale raggiunto. Avviene così anche per la famiglia Ciaccio che acquista alcune case a metà corso - l'allora "Strata Granni" - per costruire ex novo un palazzo degno del nome del committente.
Palazzo Ciaccio
Sul Corso Umberto I, dirimpetto alla fiancata sinistra della Chiesa del Carmine, sorge l’imponente Palazzo della famiglia Ciaccio. Si tratta di un massiccio edificio fatto costruire alla fine dell’800 in stile rinascimentale fiorentino dal Cav. Antonino Ciaccio, proprietario finanziatore, che probabilmente prese parte anche alla progettazione e alla direzione dei lavori. Oggi è un’abitazione privata.