La sua casa: il salotto intellettuale di Sambuca
Figlio di Vincenzo Navarra - un medico, poeta, letterato e patriota, originario di Ribera, trasferitosi a Sambuca nel 1837 a causa della malaria - Emmanuele Navarro della Miraglia fu un uomo sempre al centro delle grandi trasformazioni culturali e storiche della seconda metà dell’800. La sua abitazione, nota come il “Salotto sambucese dell’800”, fu un vero cenacolo di vita artistica e letteraria e, per questo, riconosciuta dalla Regione Siciliana tra i LIM (Luoghi dell’Identità e della Memoria) come “Luogo dell’Identità e della memoria di un’eminente personalità della cultura letteraria” ed inserita anche tra le tappe de “La strada degli scrittori”.
Emmanuele Navarro della Miraglia. Scultura in bronzo
Ci troviamo davanti alla scultura bronzea di Emmanuele Navarro della Miraglia, il letterato sambucese precursore del Verismo, autore di numerosi saggi e racconti, docente universitario, amico di Verga e Capuana, animatore di importanti salotti ottocenteschi tra Roma, Firenze, Milano e Parigi. Commissionata da Sicilbanca nel 2024 all’artista tedesco Martin Emschermann per celebrare i 138 anni dalla nascita dello scrittore, è posta in Largo San Michele, proprio lungo il percorso che lo scrittore attraversava per raggiungere il luogo dove ambientò il suo romanzo più celebre: “La Nana”.
Una vita da romanzo
Molti sono gli aneddoti legati alla vita di Navarro della Miraglia: nel 1860, con il padre e altri liberali sambucesi, favorì l’ingresso in città di un contingente di garibaldini, guidati da Vincenzo Giordano Orsini, che, respinti dagli abitanti di Giuliana, puntavano su Sambuca; per la sua intesa con Francesco Crispi ebbe incarichi di spicco nella segreteria di Stato della Sicurezza pubblica; collaborò con importanti periodici dell’epoca, incluso il napoletano “L’indipendente”, diretto da Alexandre Dumas padre (maestro del romanzo storico e del teatro romantico, celeberrimo autore francese di capolavori come “Il conte di Montecristo” e la trilogia dei Moschettieri); viaggiò a lungo, in Italia e all’estero, vivendo anche a Parigi dove frequentò i salotti letterari dell’epoca con Victor Hugo (il più celebre degli scrittori francesi, autore di “Notre-Dame de Paris” e “I miserabili”), e numerosi intellettuali ed esponenti del mondo culturale d’oltralpe: tra questi, la scrittrice francese George Sand, celebre musa di Chopin e spirito ribelle, con la quale ebbe forse anche una liaison.
Un intellettuale che l’arte e la memoria renderanno immortale
Il “conte della Miraglia”, come Emanuele si firmò con uno pseudonimo, morì il 13 novembre 1919 a Sambuca, dove era nato. Resterà immortale per le sue opere. A celebrare e divulgare la memoria dell’autorevole scrittore sambucese, anche la Biblioteca di studi Navarriani realizzata nella sede di Sicilbanca, che contiene manoscritti e documenti originali dello scrittore sambucese, l’apertura di un Circolo culturale a lui intestato, il premio Emanuele Navarro, l’inserimento del letterato nella “Strada degli Scrittori”: la strada statale 640, che, attraversando longitudinalmente la Sicilia da est verso ovest, tocca i luoghi della memoria letteraria dei siciliani Sciascia (Racalmuto), Camilleri (Porto Empedocle), Pirandello (Agrigento), Tomasi di Lampedusa (Santa Margherita di Belìce), Antonio Russello (Favara), Rosso di San Secondo (Caltanissetta) e, appunto, Navarro (Sambuca di Sicilia).
La matrice in terracotta della scultura ed il suo autore: l’opera nell’opera di Martin Emschermann
Nella sede di Sicilbanca è stato anche esposto il modellato in terracotta originale della statua in bronzo, realizzata dall'artista tedesco Martin Emschermann e collocata dall'amministrazione comunale nei pressi della casa natale dello scrittore. Martin Emschermann - classe 1969, originario di Friburgo in Germania - dal 1990 vive e lavora in Italia, dove si è diplomato all'Accademia di Belle Arti nella sezione Scultura a Carrara. Dopo una prima fase in cui si cimenta con l’uso di terracotta, bronzo e pietra per sviluppare il tema “cavallo e cavaliere”, lavorerà sul graffitismo nelle città, sul disegno infantile con i pazienti psichiatrici e altre esistenze ai margini della società. Dal 1997 svolge la sua libera attività di scultore e fonditore a Palermo, lavorando su temi in stretta relazione con il nuovo ambiente e partecipando a numerose mostre collettive e personali - in Italia, Germania, Olanda, Francia e Norvegia - e a diversi simposi tra Italia, Portogallo e Giappone. Molti lavori gli vengono commissionati dalla curia e le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. E’ lui l’autore dell'arredamento liturgico per diverse chiese in Sicilia, tra cui la nuova chiesa della Trasfigurazione di Mussomeli e la nuova chiesa di S. Luca a Caltanissetta. Suo è anche il ritratto monumentale a Papa Giovanni Paolo II in terracotta maiolicata per la Cattedrale di Caltanissetta, cui si è aggiunta, a Sambuca di Sicilia, la statua bronzea - e la sua matrice in terracotta - del grande Emmanuele Navarro della Miraglia.
Protagonista della vita intellettuale e politica del secondo ‘800
Emmanuele si occupò di musica, di giornalismo, di poesia, di teatro, protagonista di una stagione letteraria floridissima (quella di metà ‘800), ma anche di alcuni passaggi cruciali della storia siciliana. Dopo avere sostenuto la causa risorgimentale, non riconoscendosi più in quelle idee, si trasferisce in Francia, almeno fino al 1872: qui, raccolti stimoli e riflessioni di Emil Zola (scrittore francese, padre della corrente del Naturalismo, secondo cui il romanzo deve applicare il metodo scientifico all’analisi della realtà), li riverserà nella sua attività di cronista e di letterato, raccontando la Sicilia degli ultimi: quella del mondo contadino vessato dalla bestialità della fatica e da promesse illusorie e vuote; quella del brigantaggio e delle disuguaglianze sociali; quella della politica improvvisata e della povertà diffusa.
La Nana: l’opera della sua consacrazione
Il suo romanzo più celebre, pubblicato nel 1879 (lo stesso anno della “Giacinta” di Capuana e a pochi anni di distanza dalla “Nedda” di Verga), ha come protagonista “La Nana”, Rosaria Passalacqua, figlia di un nano, che, sedotta e abbandonata da un «galantuomo» e poi amata e accolta da un «picciotto dritto», si ritroverà a dover lottare con le convenzioni sociali e con le ristrettezze della condizione femminile, drammaticamente e inesorabilmente in balìa dei capricci volubili degli uomini. Il romanzo, recensito entusiasticamente da Luigi Capuana e riedito da Leonardo Sciascia, consacrò Navarro della Miraglia come scrittore dei «documenti umani»: un fine indagatore della psiche umana e delle sue pieghe nascoste.